28 dicembre: una data da ricordare

Il 28 dicembre, per i milanesi appassionati degli sport del ghiaccio, è una data da ricordare e forse la si dovrebbe celebrare! In quel giorno del 1923, grazie all’intraprendente commendator Marco Innocente Mangili presidente della Soc. Gondrand-Mangili attiva nella produzione del ghiaccio artificiale, veniva infatti inaugurato nel rione di Porta Vittoria un modernissimo Palazzo del Ghiaccio. L’impianto sportivo in stile Liberty sorgeva a fianco del deposito della Frigoriferi Milanesi in quella che allora era la via Ferrer, via Piranesi “arriverà” solo a metà anni Trenta. La nuova costruzione, soprattutto nei primi anni di vita, diede modo alla benestante gioventù ambrosiana di dedicarsi e primeggiare negli sport del ghiaccio, sfruttando al massimo l’enorme vantaggio dato dalla patinoire artificiale coperta e a disposizione per quattro se non addirittura cinque mesi all’anno. Con il passare degli anni le specialità del pattinaggio, della velocità e principalmente dell’hockey vennero abbracciate anche da ragazzi e ragazze di ogni fascia sociale e così Milano in questi sport, almeno in Italia, riuscì per decenni a dominare la scena.

Dalla pianta e dalle fotografie del 1923 al tifoso dei nostri giorni balza all’occhio la totale assenza di tribune o gradinate che dir si voglia, quasi come se il Palazzo fosse stato concepito solo per favorire gli sportivi praticanti. Sorprende credere che nessuno avesse pensato alla presenza di spettatori, soprattutto perché il paladino degli sport del ghiaccio era in quegli anni il milanese conte Alberto Bonacossa, che oltre a essere campione italiano e presidente della società dei Pattinatori Milanesi, aveva girato il mondo e di certo sapeva che tribune e gradinate sarebbero state indispensabili. La serata inaugurale, rigorosamente solo a inviti, lo vide protagonista, mentre in campo femminile le “luci dei riflettori” toccarono all’elegantissima Rosetta Gagliardi che non primeggiava sul ghiaccio, qui la campionessa era Marisa Bonacossa moglie del conte Alberto, ma vinceva sulle rotelle ed era stata la prima ragazza italiana a partecipare a una Olimpiade gareggiando nel torneo di tennis ai Giochi di Anversa del 1920. A tutti gli invitati venne consegnato un libretto di presentazione e a ricordo dell’avvenimento pubblichiamo la paginetta che elencava le piste di ghiaccio artificiali di tutto il mondo. Tra quelle pagine ve n’era una che spigava il regolamento dell’hockey su ghiaccio ormai superato, ma evidentemente gli autori non erano a conoscenza delle modifiche apportate allo stesso dalla Lega Internazionale e introdotte nel corso del congresso di Anversa tenutosi durante il campionato d’Europa nel marzo del 1923. La modifica più importante e definitiva riguardava il numero di giocatori sul ghiaccio: da sette si passava a sei (cinque di movimento più il portiere).

 

Author: Tiziano Colnaghi