Storia: il Palazzo del Ghiaccio

Al momento della sua inaugurazione il Palazzo del Ghiaccio non è solo il primo impianto coperto italiano ma è anche e soprattutto uno dei principali vanti dell’ingegneria italiana negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Per la sua progettazione Marco Innocente Mangili studia le strutture preesistenti nelle principali capitali europee mettendo a frutto queste conoscenze, con gli ingegneri Sandro Carnelli, Carlo Banfi ed Ettore Redaelli, nella realizzazione di una struttura innovativa e moderna, elegante e armonica, un impianto costruito in soli otto mesi per dare vita a quello che il 28 dicembre 1923 è la più grande pista di pattinaggio su ghiaccio coperta d’Europa. L’imponenza del nuovo palaghiaccio, attivo per una decina di mesi all’anno, non è indifferente alla federazione internazionale che assegna a Milano il Campionato Europeo di Hockey su Ghiaccio del 1924. Si disputa tra il 14 e il 16 marzo e vede sei squadre al via: si tratta di Italia, Belgio, Francia, Spagna, Svezia e Svizzera. I giocatori italiani, ancora alle prime armi in questa disciplina, subiscono due sconfitte consecutive contro Francia e Belgio chiudendo il torneo al quinto posto ma ottenendo un discreto successo di pubblico e di interesse. Negli anni a seguire il palaghiaccio di via Piranesi è sede di numerosi finali scudetto e dei mondiali del 1934 immortalati il 14 febbraio in una tavola di Achille Beltrame sulle prestigiose pagine della Domenica del Corriere. Le vicende di tanti giovani abitanti della zona si intrecciano con quelle della pista facendo le fortune delle squadre milanesi e della nazionale. La guerra porta distruzione e danni: la città è vittima di costanti bombardamenti da parte delle forze anglo americane e lo stesso palazzo non è esente da danni. Al termine del conflitto, l’impianto di via Piranesi 14 viene riportato all’originale splendore ma soprattutto torna ad essere il fulcro di un intero quartiere i cui giovani trovano nelle pratiche sportive disputate sul ghiaccio il loro passatempo preferito. In questi anni il trio Piranesi formato da Agazzi, Branduardi e Crotti delizia il sempre numeroso pubblico che assiepa lo stadio. Ma una struttura simile non può limitarsi alla pratica di alcuni sport di “nicchia”. Il palaghiaccio diventa così teatro di tanti eventi musicali tra cui l’esordio ad alti livelli di un giovanissimo Adriano Celentano. E’ il 18 maggio del 1957 quando si svolge il primo festival del Rock and Roll e diecimila ragazzi stipano una struttura destinata ad un pubblico nettamente inferiore. Quella serata vede protagonisti alcuni tra i cantanti che segneranno non solo gli anni sessanta ma l’intera storia musicale della penisola tra cui Tony Renis, Little Tony, Betty Curtis, Tony Dallara, Clem Sacco, Ghigo, Enzo Jannacci , Luigi Tenco e Giorgio Gaber. L’evento ottiene quindi una notevole visibilità tanto che il quotidiano “La Notte” del 19 maggio 1957 titola “Palazzo del ghiaccio devastato dal nuovo divo del rock´n´roll” mentre sul “Corriere della Sera” Giorgio Bocca scrive un articolo molto duro contro la nuova moda giovanile importata dall’America. Il Palaghiaccio diventa luogo in cui si disputano numerosi altri eventi sportivi: la boxe trova spesso ospitalità sotto le volte in ferro del Piranesi. La progressiva decadenza dell’hockey milanese porta all’inevitabile oblio dello storica struttura. La Frigoriferi Milanesi, società che ne detiene il controllo, impedisce la pratica dell’attività hockeystica tanto che il Milano è costretto a proseguire all’aperto del centro sportivo Saini. Solo a metà degli anni ’80, grazie all’interessamento diretto di Giuseppe Cabassi,  gli spalti del Piranesi tornano a riempirsi di un numero sempre crescente di appassionati che daranno vita al fenomeno “Saima”.

Di li a poco il gruppo Cabassi è costretto a pensare ad una nuova struttura destinata a diventare il palcoscenico dello scudetto 1990-91, quel Forum di Assago in cui più di 11.000 tifosi assistono alla trionfale Milano-Bolzano 3-3 del 2 marzo 1991. Una struttura avveniristica ribattezzata dalla Gazzetta “l’astronave dello sport”. Nello stesso periodo alla periferia ovest della città sorge, sempre per iniziativa privata, un nuovo palaghiaccio denominato Palacandy dal nome della ditta di elettrodomestici che lo sponsorizza. Diventa la casa della seconda squadra di Milano, quei Devils poco amati che dominano in Italia per tre stagioni prima di sparire in seguito all’addio di Berlusconi. Il Palacandy diventa quindi la casa del Milano assumendo poi la denominazione di Agorà. Lo storico Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi viene quindi dismesso e chiuso nel 2002 per lavori. Qualcuno addirittura ipotizza l’apertura di un supermercato al posto della “Patinoire” fino a quando nel 2008 la storica struttura viene riaperta al pubblico. Non vi è traccia però delle serpentine, ne del ghiaccio calcato per decenni da tanti campioni o semplici appassionati. Vi è ora un open space dedicato a convegni, mostre, ricevimenti a segnare l’inevitabile avanzare del tempo. Una parte di Milano piange l’addio a quello che è qualcosa più di un monumento, di un’opera in stile liberty o di un semplice palaghiaccio… l’altra ne ha purtroppo voluto ignorare l’esistenza.

Author: Claudio Nicoletti