Stadio di San Siro: di tutto tranne il ghiaccio.

Anche dall’ennesimo progetto di possibile riutilizzazione o riqualificazione dello stadio di San Siro, di qualcosa che abbia a che fare con gli sport del ghiaccio non c’è ombra. La cosa, per una città che dovrebbe essere sportivamente proiettata verso i Giochi olimpici del 2026, ha del sorprendente, anzi sconfortante. Viene da chiedersi se qualcuno in seno alla federazione degli sport del ghiaccio (se non ci provano loro chi altro dovrebbe farlo) abbia mai pensato o tentato di contattare il comune di Milano per chiedere, tra le varie proposte, se fosse possibile inserire la costruzione di un piccolo palazzetto provvisto di pista artificiale, un impianto minimo, ma di vitale importanza per ragazze e ragazzi desiderosi di praticare le varie discipline. Per di più, nonostante ne fosse stata programmata una realizzazione nei primi anni Sessanta, quella zona della città non è mai stata dotata di un impianto del genere. Insomma, questa era proprio la classica occasione d’oro.

La Gazzetta dello Sport, 19 aprile 1962.

È evidente che il palasport di Santa Giulia il ghiaccio lo vedrà solo in occasione di grandi eventi e che quello di Lampugnano è destinato a diventare la nuova casa dell’Olimpia Armani di pallacanestro. Per Milano, culla del primo palazzo del ghiaccio italiano, la speranza nata dalla designazione a sede dei Giochi invernali era quella di dare un “fratellino” alla pista dell’Agorà e di far dimenticare come sia finita in rovina quella del centro sportivo Saini.

Pista del Saini.
Pista del Saini.

 

 

 

 

 

 

 

 

Niente di tutto questo, pare proprio ci si debba rassegnare e mettiamoci il cuore in pace. Nessuno parli di ultimo treno perduto, in Italia per gli sport del ghiaccio e soprattutto per l’hockey, di treni ne saranno anche passati, ma in mancanza delle necessarie stazioni mai costruite non c’è stata  la possibilità di prenderli. neppure in corsa.

Author: Tiziano Colnaghi