La Coppa città di Milano: terza e quarta edizione.

1952 – III Edizione.

Il primo di novembre del 1951 riapre il Palazzo del ghiaccio, che nei sei mesi precedenti aveva dato spazio a incontri di boxe, lotta libera, esibizioni di automodellismo e riviste varie. Fugati solo da qualche settimana i timori di una possibile chiusura o ridimensionamento dei Diavoli Rossoneri. Edoardo Moos ha lasciato la presidenza del club, se l’attività prosegue lo si deve ad alcuni dirigenti del Milan Calcio, che hanno deciso di supportare la squadra di hockey. Scontata la partenza del tris d’assi Martini-Girard-Domenico destinati a più remunerativi lidi, si è riusciti a trattenere Jerry Rowse e sono stati ingaggiati altri canadesi dei quali si dice un gran bene. Il Milano, sempre a braccetto con l’Inter, non è stato altrettanto lucido nel gettare le basi per la nuova stagione. Perduti Pete Bessone, ha scelto di allenare e giocare a Neuchâtel ed Eno Campanini, rimasto in America, si è optato per attendere l’arrivo dei giocatori d’oltreoceano contattati da Mario Passerini che, oltre ad avere preso accordi con la federazione, ha assicurato il suo ritorno a Milano. Schermaglie di mercato tra le due grandi del nostro hockey: i Diavoli hanno strappato al Milano Giancarlo Bucchetti e i nerazzurri hanno reso pan per focaccia convincendo Luigi Mattavelli a cambiare casacca. Duello senza esclusione di colpi per fare firmare il cartellino all’esule Milan Matous: i giornali lo danno per certo ai Diavoli, ma due giorni dopo il ceco è sul ghiaccio del Piranesi con il Milano Inter! In un clima di aperta ostilità le due squadre trovano l’accordo sulle date in cui si giocherà per la Coppa città di Milano: il 9 e il 30 gennaio 1952. Alla prima sfida le due rivali arrivano provenendo da cammini differenti. Il Milano si è cimentato solo all’estero, ha disputato la penuria di quattro incontri, vincendo solo con i vallesani del Visp. Dodici le gare dei rossoneri, con un bilancio di otto vittorie, un pari e tre sconfitte. Non hanno vinto nessun torneo e sono reduci dal quinto posto alla Coppa Spengler, dove comunque non hanno sfigurato, la formula li ha esclusi dalla finalissima soltanto per la differenza reti e l’unica sconfitta, mal digerita a causa di un arbitraggio ritenuto troppo casalingo, è maturata contro la squadra che poi ha vinto il torneo: il Davos. Passerini non ha mantenuto la promessa, di lui e dei suoi italo-americani nessuna traccia e per il primo derby della stagione il Milano Inter ricorre a dei rinforzi (molto di moda in quegli anni), da Losanna arrivano il nazionale azzurro Gery Beltrami e il ceco Miroslav Slama, inoltre si getta nella mischia un ragazzino di quindici anni e mezzo, cresciuto e di proprietà dell’Amatori Milano, una settimana prima già fatto esordire in Nazionale a Montana contro la Svizzera B: Ernestino Crotti.

La seconda partita si gioca il 30 gennaio. Entrambe le squadre hanno arricchito il proprio parco giocatori con l’arrivo di tre italo-canadesi di Sudbury. Sono stati raccomandati da Leo Gasparini, che aveva giocato a Milano nel 1939 per l’AMDG e indossato la maglia azzurra nel mondiale disputato nello stesso anno in Svizzera. I nerazzurri dispongono degli attaccanti diciannovenni Enrico Canapini e Decio Bartoli, i rossoneri hanno optato per il difensore Eddie Santi, della stessa età degli altri due conterranei: torneranno utili nel mese di marzo anche alla Nazionale, impegnata nel Criterium d’Europa a Liegi. Il Milano Inter si è totalmente dedicato agli allenamenti e dal derby perso 2-3 ha giocato solo una partita amichevole a Briga, seppellendo di reti la formazione locale, militante nelle serie inferiori elvetiche. I Diavoli si sono presi la rivincita sul Davos (6-3 al Piranesi) e hanno subito due sconfitte in Germania. Pesante il 13-1 di Füssen, ma i rossoneri hanno smesso volutamente di contrastare gli avversari per contestare gli arbitri tedeschi, sfacciatamente tolleranti nel consentire ai bavaresi un gioco estremamente duro e inflessibili nello spedire in panca puniti Bucchetti, Rowse e compagni per falli meno gravi, se non addirittura inesistenti. In pratica i Diavoli avrebbero voluto ritirarsi e sono rimasti sul ghiaccio solo per non perdere il rimborso spese pattuito nel contratto d’ingaggio. Invece decorosa la sconfitta di Garmisch contro la Nazionale olimpica tedesca (4-7). In caso di vittoria i rossoneri rivincono il trofeo, se vince il Milano ci sarà una terza partita. Piazzando i Diavoli davanti a Fresia quattro difensori di razza (Potucek, Logan, Santi e Bucchetti) i favori del pronostico sono tutti per loro, il Milano Inter ci prova, confidando nei nuovi innesti e confermando il giovanissimo rinforzo Crotti dell’Amatori.

Diavoli Rossoneri-Milano Inter 7-2 (1-1; 5-1; 1-0). I nerazzurri hanno resistito per un tempo e indiscutibilmente il merito del parziale in parità è tutto di Vittorio Bolla, che già nella prima partita aveva ricevuto gli onori della cronaca totalizzando 28 parate contro le 18 di Fresia. Nulla da fare nel secondo tempo, quando gli attacchi a percussione dei canadesi hanno bersagliato la difesa nerazzurra. Gli addetti ai lavori assegnano la palma del migliore a Jerry Rowse, vero cervello della squadra e forse poco considerato lo scorso anno quando tutti i meriti andavano al tris dei famosi canadesi della prima linea. Nel corso della stagione ci saranno altre due stracittadine, la più importante, quella di campionato, se la aggiudicherà il Milano per 2-0 con le reti di Agazzi in apertura e di Canapini nell’ultimo minuto di gioco. Anteprima di questa partita la “questione” Sandor Ott; l’ungherese gioca stabilmente da cinque anni in Italia, per il regolamento internazionale deve essere considerato assimilato italiano e può giocare in campionato, La federazione non dà parere favorevole, confermando che in campionato gli stranieri ammessi sono due e i rossoneri hanno indicato Rowse e Brooks. I Diavoli accusano il presidente Enrico Calcaterra di parteggiare per il Milano, sua squadra d’appartenenza ai tempi in cui giocava e chiedono un’assemblea straordinaria. Calcaterra si dimette, il campionato non si ferma e il 5 febbraio si gioca al Piranesi. I Diavoli presentano Ott a referto, ma l’ungherese resta in panchina per tutta la gara: tutti si aspettavano un suo ingresso in pista nel finale, quando i rossoneri devono tentare il tutto per tutto per rimontare la rete di Agazzi, ma la cosa non avviene. Il quarto derby di fine febbraio lo stravincono i Diavoli (13-3), ma il Milano, nonostante i rinforzi Gery Beltrami (Losanna) e Pete Bessone (NE Young Sprinters) non è mai stato in partita. Lapidario il commento di Luigi Grassi (La Gazzetta dello Sport): i nerazzurri sembravano naufraghi alla deriva, gli unici a prodigarsi invano Beltrami e Bessone. In vista del Criterium di Liegi, ciò preoccupa per la Nazionale.

Da sinistra in piedi: Besostri, Moreland, Ott, Federici, Bedogni, Potucek, Rowse e Santi. In basso: Logan, Aitken, Fresia, Bucchetti, Clerici, Brooks e Delfino.

 

1952/53 – IV Edizione.

Novembre 1952, il palazzo del ghiaccio di via Piranesi presenta molte novità. La direzione dell’impianto è stata affidata all’ex campione italiano di pattinaggio (specialità coppia) Vittorio Maggi. Sopra la sala guardaroba e distribuzione pattini è sorto un nuovo piano, riservato agli spogliatoi degli atleti e sopra la tribuna popolari è stata costruita una balconata, mentre la sala ristorante si è dotata di ampie vetrate, che garantiscono la visibilità della pista. Nuovi anche l’impianto luci e la cabina radio. In ugual modo le due squadre milanesi, incontrastate dominatrici della serie A, presentano molte novità. Il Milano Inter ha in Carlo Ostini il nuovo presidente e salvo la presenza di Franco Rossi e Ignazio Dionisi, lo stesso consiglio direttivo presenta volti nuovi. Rinnovato il parco giocatori stranieri con gli arrivi di Jimmy De Meis, Gene Grazia e Bruno Fregonese, quest’ultimo era stato assegnato al Cortina, ma gli ampezzani lo hanno subito girato ai nerazzurri. Dalla Bocconi è stato prelevato e inserito in prima squadra il giovane Giampiero Branduardi, si è invece preferito lasciare l’altra giovane promessa Tino Crotti ancora all’Amatori, ma lo si chiamerà spesso e volentieri come rinforzo. Anche i Diavoli, le cui redini sono sempre nelle mani del dirigente del Milan Calcio De Dionigi, hanno totalmente cambiato la schiera di stranieri, attingendo a piene mani dalla scuola canadese; ingaggiati Joe De Felice, Ronald Sartor, Ron Mc Eachern, Pete Roy e, fidandosi del suggerimento di Ernie Domenico, lo scozzese “Spike” Bremner. Come al solito il primo scontro tra le due corazzate lo si vive con il primo match della Coppa città di Milano, in carnet il 20 dicembre 1952. Rispetto alle stagioni precedenti, questa volta sono i nerazzurri ad aver iniziato la stagione con un numero di partite superiore (sette), ma le cose sono andate maluccio: un pareggio, sei sconfitte e zero vittorie. I Diavoli ne hanno giocate cinque, vinte due e perse tre, entrambe le squadre sembrano ancora in ritardo con la preparazione, ma il 20 dicembre si presentano al completo: nerazzurri con il rinforzo Crotti e rossoneri con in pista Pete Roy, in città solo da due giorni. Il preludio è molto movimentato, si comincia con interminabili discussioni sulla questione arbitrale, ma non essendo riusciti ad assicurarsi direttori di gara stranieri o di squadre terze, dopo infiniti e animati contrasti verbali, i fischietti vengono consegnati a Ignazio Dionisi (Milano Inter) e Renato Besostri (DRN): chi mal comincia…

Il secondo round della IV edizione della Coppa cittadina si gioca il 23 gennaio 1953. I Diavoli vengono da una disastrosa Coppa Spengler, affrontata con soli dieci giocatori, diventati nove dopo la prima partita causa un infortunio a un piede a Bucchetti, Con la rosa mal in arnese i rossoneri hanno disputato tre incontri, dei quali due persi (Arosa e Cortina). Pochi confronti anche per il Milano, tutti sotto le Dolomiti, dove i nerazzurri hanno superato due volte il Cortina e pareggiato con l’Auronzo. Buona parte del primo mese dell’anno è stata spesa per gli allenamenti della Nazionale, impegnata con Francia, due volte Svizzera B e due volte Wembley Lions, Con la formazione londinese anche una partita della rappresentativa milanese, dalla quale ci si aspettava molto di più: 2-9 il risultato finale. Il secondo derby della stagione arriva in un momento non proprio felice per le due rivali. I Diavoli sono lontani parenti delle squadre che hanno raccolto successi internazionali nel recente passato e temono che il non giocare da troppo tempo abbia nuociuto a Bremner, Roy e Mc Eachern, autori di un’anonima prestazione contro i Lions. Stesse incertezze tra i nerazzurri, poco convincenti nelle tre partite giocate prima della pausa azzurra, con Bulgheroni e Fardella assenti per motivi di lavoro. Il Milano Inter tiene molto al trofeo, non lo ha mai vinto e sceglie di schierare due rinforzi, si avvarrà del consueto apporto di Tino Crotti e dell’italo-canadese Carmine Tucci, tesserato dal Bolzano, ma mai utilizzato in campionato. Viste le diatribe relative agli arbitraggi si è intelligentemente deciso di ricorrere ad arbitri neutrali e dalle valli scendono a Milano il gardenese Giulio Demetz e l’aurontino Giovanni Munarin.

Al terzo tentativo il Milano mette finalmente la Coppa città di Milano in bacheca, curiosamente il risultato è identico a quello della partita giocata in dicembre, almeno fino al ritiro dei rossoneri. I Diavoli si prenderanno una clamorosa rivincita vincendo lo scudetto, dati per sfavoriti supereranno i nerazzurri (4-3) nell’ultimo match del girone finale a Bolzano. Polemiche a non finire anche in quella occasione, quando il Milano Inter presenta due tesserati dell’ultimo momento: Carmine Tucci e Jim Mc George. Stagione caratterizzata dell’esiguo numero di partite giocate in via Piranesi, i nerazzurri sul ghiaccio di casa solo cinque volte, i Diavoli Rossoneri fanno addirittura peggio, esibendosi davanti ai propri tifosi solo tre! Due i motivi di tale programmazione; ingaggiare stranieri costa e i due club preferiscono redditizi ingaggi all’estero e nel nordest, inoltre a differenza di ciò che è avvenuto in altri paesi, la povertà di piste artificiali rende impossibile organizzare un campionato nazionale degno di questo nome, un problema che purtroppo non troverà serie e adeguate soluzioni nemmeno negli anni a venire.

Da sinistra: Branduardi, Bolla, Agazzi e Crotti.

Altre edizioni nelle prossime puntate.

 

 

Author: Tiziano Colnaghi